Quanto costa aprire la partita IVA?
I costi di gestione di una partita IVA dipendono dal regime fiscale scelto. Sono possibili due tipi di regimi fiscali:
- Regime dei minimi (utilizzabile solo dalle persone fisiche e dagli imprenditori individuali con ricavi al di sotto dei 30.000 euro l’anno)
- Regime delle nuove iniziative produttive e imprenditoriali (per non più di 3 anni consecutivi)
Con il regime fiscale dei minimi non si pagano l’IVA, l’IRAP, l’IRPEF e le addizionali regionali e comunali sull’IRPEF. Inoltre non si è soggetti agli studi di settore. Si paga solo un’imposta sostitutiva del 5% sugli utili prodotti. Con il regime dei minimi quindi, a fine anno dovrò effettuare unicamente la dichiarazione redditi, dichiarando tutti i ricavi incassati (ai quali dovrò sottrarre tutti i costi sostenuti) e sulla differenza calcolerò il 20% di imposta sostitutiva. Il regime dei minimi però non ti consente di portare in detrazione gli oneri deducibili e detraibili (detrazioni per familiari a carico, spese sanitarie, interessi su mutui, etc.). Inoltre non potrai effettuare esportazioni, non potrai sostenere spese per lavoro dipendente o di collaborazione e non potrai acquistare beni strumentali di valore totale superiore ai 15.000 nell’arco di 3 anni consecutivi. Con il regime fiscale delle nuove iniziative produttive e imprenditoriali gli adempimenti fiscali sono maggiori. Dovrai pagare IVA e IRAP e sarai soggetto agli studi di settore. Però in compenso pagherai un’imposta sostitutiva del 10% e non del 20%.
Oltre alle imposte dovrai considerare i costi relativi alla posizione INPS. In questo caso sono possibili 4 situazioni:
- Sei una persona non occupata che apre la partita IVA come impresa
- Sei una persona non occupata che apre la partita IVA come libero professionista
- Sei un lavoratore dipendente che apre la partita IVA come impresa
- Sei un lavoratore dipendente che apre la partita IVA come libero professionista
Nel primo caso, una volta effettuata la comunicazione di inizio attività (utilizzando la procedura Comunicazione Unica), ti arriveranno a casa nel giro di 1 anno i modelli F24 precompilati per poter effettuare il pagamento dei contributi INPS. Ad oggi il contributo INPS minimo è di 2.887 euro l’anno. Superato il limite dei 14.000 euro di ricavi annuo, il contributo INPS comprenderà un’ulteriore aliquota aggiuntiva del 20%. Nel secondo caso dovrai iscriverti alla gestione separata INPS e il contributo percentuale al reddito da versare sarà del 26,72%. Nel terzo caso sarai soggetto ad una doppia contribuzione INPS, sia come lavoratore dipendente sia per quanto riguarda la tua attività extra (a meno che tu non riesca ad ottenere un esonero). Nel quarto caso dovrai iscriverti alla gestione separata INPS e sarai soggetto ad una contribuzione INPS del 17%. I dipendenti pubblici non potrebbero aprire la partita IVA a meno che non siano lavoratori dipendenti a tempo parziale. In ogni caso occorre sempre richiedere l’autorizzazione presso l’amministrazione pubblica o l’ente presso il quale si lavora e, ovviamente, l’attività secondaria dovrà essere svolta al di fuori dell’orario lavorativo. Il regime che ti consiglio è quello dei minimi (se ovviamente non superi i 30.000 euro di reddito l’anno). Per questo regime fiscale, ricapitolando dovrai sostenere i seguenti costi:
- 20% di imposta sostitutiva (1.000 euro su 5.000 euro di reddito)
- Almeno 2.887 euro di contributi INPS
- Il costo di un commercialista che ti seguirà in tutti gli adempimenti fiscali e contributivi (diciamo tra i 500 e i 1.000 euro l’anno)
Come vedi la soglia di reddito dei 5.000 euro l’anno non è casuale. Se infatti sommi tutti i costi, ti accorgerai che su 5.000 euro dovrai pagare 1.000 euro di imposte, quasi 3.000 euro di contributi INPS e quasi 1.000 euro di commercialista (per un totale di 5.000 euro di costi). I guadagni veri perciò si iniziano a vedere non appena si supera questa fatidica soglia. Bene, spero di aver chiarito i dubbi fiscali più frequenti della maggioranza delle persone che hanno intenzione di avviare un’attività online e di aprire una partita IVA. Ovviamente io non sono un esperto in materia (tutt’altro), perciò ti consiglio caldamente di rivolgerti sempre e comunque ad un buon commercialista (puoi verificare l’iscrizione all’ordine consultando il sito del Consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti e Esperti Contabili) oppure puoi effettuare una ricerca sul sito specifico della tua provincia (nel mio caso, quello di Roma si trova a questo indirizzo), dove potrai trovare il consulente più vicino, specificando un CAP.
Bene, direi che possiamo concludere qui. Visita la pagina fan di Impresa Pratica e se ti piacciono i miei articoli, clicca su “mi piace” e suggeriscila ai tuo amici!
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